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La crescita inarrestabile del vino biodinamico

La crescita inarrestabile del vino biodinamico

La vinificazione biodinamica continua a essere al centro del dibattito sia sul suo uso che sul suo significato e il blog ufficiale dello storico distributore londinese Berry Brothers & Rudd, nominato Best Industry Wine Blog nel 2015, ha incaricato uno dei suoi collaboratori di andare alla scoperta del “potere delle fasi lunari”.

La crescente attenzione che dedichiamo a quello che mangiamo e beviamo è certamente uno dei fattori che hanno favorito il vertiginoso aumento della diffusione dei vini biodinamici negli ultimi dieci anni. Vediamo quindi di capire un po’ meglio di cosa si tratta.

La biodinamica parte dalle teorie di Rudolf Steiner, filosofo austriaco secondo il quale il mondo naturale e quello celeste sono talmente connessi da non poter essere esaminati in maniera separata uno dall’altro. Le teorie olistiche di Steiner sono state applicate in molti campi, come la medicina e l’educazione e in agricoltura hanno spinto a prendere in considerazione seria le fasi lunari, a promuovere la biodiversità e a non ricorrere mai all’uso di sostanze chimiche. Nonostante lui fosse astemio, i suoi insegnamenti sono stati ampiamente adottati anche nella produzione di vino.

Maria Thun è la seconda personalità più importante nell’agricoltura biodinamica ma il suo contributo è più controverso. Fin dai primi anni Sessanta ha disegnato calendari lunari in cui la posizione della luna ogni giorno indica se sia meglio raccogliere, potare, innaffiare o altro. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo calendario lunare relativo al vino e ha associato le posizioni del nostro satellite anche ai giorni giusti per assaggiarlo, convinta (e in buona compagnia) che l’attività lunare, per il suo impatto sull’acqua, influenzi lo stato mentale delle persone, che ne sono composte per oltre il 60%.

Ma in realtà il motivo principale per cui sugli scaffali di enoteche e supermercati si affolla un numero crescente di etichette biodinamiche non è la luna. Si tratta piuttosto di un movimento generale di allontanamento dall’uso dei pesticidi e da una concezione industriale dell’agricoltura. La Borgogna è una regione viticola all’avanguardia in questo ambito. Sono infatti moltissimi i piccoli produttori che coltivano le proprie vigne secondo principi biodinamici. Alcuni di loro fanno anche il passo successivo e ottengono la certificazione ufficiale Demeter, il più importante ente di certificazione biodinamica, ma sono numerosi anche quelli che praticano la biodinamica senza ottenere la certificazione perché questa richiede un importante investimento di tempo e risorse, che molti non sono in grado di affrontare.

Mentre la produzione biologica e biodinamica è finora stata praticata soprattutto da piccoli produttori, ora le cose stanno cambiando e anche alcune grandi aziende stanno prendendo consapevolezza dei benefici a lungo termine che può offrire una viticoltura sostenibile. Il Cile è il paese in cui si notano i cambiamenti maggiori: Emiliana, la più grande azienda vitivinicola biologica del mondo, ha sede proprio in Cile e dal 2005 è diventata completamente biodinamica. Ora altri produttori stanno seguendo l'esempio. Anche se liberare le vigne dalla dipendenza chimica può richiedere diversi anni, con molte vittime lungo il percorso, il risultato finale sono viti più forti e più sane. Anche paesi come la Cina stanno esplorando la biodinamica come canale per raggiungere una maggiore sostenibilità.

I vantaggi ecologici dell’agricoltura biodinamica sono facilmente comprensibili. Ma questo non basta a spingere i consumatori a preferire vini biodinamici se la loro qualità non è soddisfacente. È probabilmente corretto presumere che un approccio alla vinificazione più attento, coscienzioso e privo di sostanze chimiche possa dare un vino più espressivo del suo territorio. Come dice la specialista della formazione Barbara Drew, «Non è difficile fare un cattivo vino biodinamico, alcuni sono davvero cattivi. Ma è difficile fare un vino biodinamico banale, uno che abbia solo il sapore dell'uva. Un vino biodinamico parla sempre del luogo da cui proviene e di chi lo ha fatto».

Con la crescente attenzione su questi aspetti da parte dei consumatori, non c’è dubbio che i produttori biodinamici continueranno ad aumentare, anche senza l’aiuto della luna.