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Un'uva capace di dare vini di grande personalità

Dom, 04/12/2011 - 11:51 - Flavio Grassi
Lison-Pramaggiore Cabernet Franc 2010 Savian

 

«Non mi aspetto mai grandi cose da un Cabernet Franc» dice il protagonista di Sideways, il film più citato nel mondo del vino. In realtà, questa affermazione fatta all’inizio di una delle prime degustazioni in compagnia di Jack dovrebbe bastare a togliere al buon Miles ogni credibilità come esperto di vino. Perché in realtà il cabernet franc è una grande uva che, quando è coltivata e vinificata rispettandone le particolarità, è capace di dare vini rossi che non solo hanno una grande personalità. Battono anche molti dei più famosi vini rossi, compresi quelli fatti con le uve considerate i suoi “parenti nobili” del cabernet franc - cabernet sauvignon e merlot - nella capacità di accompagnare i cibi che mettiamo in tavola più spesso. Piatti tipo la carne alla pizzaiola o le penne alla puttanesca e un po’ tutte le preparazioni saporite, con pomodoro e con profumi mediterranei o speziati. I vini da uve cabernet franc in purezza non piacciono a tutti perché sono insoliti. Invece delle solite fragranze di frutti rossi più o meno dolci, sentiamo odori simili a quelli che ci investono quando entriamo nel negozio di un ortolano. Penetranti profumi di verdure come i peperoni verdi e il sedano, misti a sensazioni che ci ricordano la terra bagnata. Sono i profumi che, insieme a inebrianti note di spezie, troviamo in un ottimo vino come questo. È un Lison-Pramaggiore Doc, prodotto nella punta nord-est del Veneto, la zona che per clima e territorio è più indicata per dare grandi Cabernet Franc. Poi, sullo sfondo di questo vino dell’azienda Savian, sentiamo anche sfumature di ciliegia e frutti di bosco. Ci stanno bene, lo arricchiscono, ma non sono queste a dargli la sua personalità. Se lo lasciassimo in cantina per qualche anno, troveremmo che i profumi erbacei si smussano lasciando più spazio alle note di spezie, magari insieme a sentori di caffè e cuoio. Così come con l’invecchiamento diventerebbe più morbido il gusto. Ma io lo preferisco com’è ora: giovane, un po’ spigoloso e pieno di grinta.